– Ariantaaaaa si mangiaaaaaa
Apro un occhio e guardo al volo l’ora sul cellulare: cacchio sono le 11:38 e poi perché urlare? Mi butto di sotto dal letto, frugo nel monte di vestiti buttati in terra in fondo al letto (detto anche il monte di pietà da mia madre), mi vesto, apro la finestra, scendo le scale e mi siedo cisposa e spettinata a tavola. Finito il brunch decido di avere dei capelli insostenibili. Mi lavo, mi cambio e mi dirigo dalla mia parrucchiera C. per una sistemata.
C. ha la mia età, l’ho scoperta recentemente anche se eravamo ragazzine in paese assieme. Vite e strade diverse; ci stimiamo e soprattutto ridiamo un sacco quando sono con lei. La considero una amica. Arrivo e le faccio: si cambia? C. mi guarda, mi precisa che anche stavolta si rifiuta di tagliarmi i capelli (stai meglio così! Sono io la Hair Stylist) e mi propone il cambio di colore. Stavolta rosso con ciuffo viola. Ovviamente accetto con la solita frase: fai come ti pare! Il tutto finisce con 3 ore passate nel suo negozio, risate, capelli sostemati, mani fatte e poi – a sorpresa- un trucco. Oh faccio i corsi eh?! So, brava! Mica puoi andare a giro così!
Esco bellina bellina, faccio un salto ad aiutare a preparare degli aperitivi per una festa a sorpresa, telefono ad A. che ha tentato di farsi ricoverare per una colica renale e dispenso raccomandazioni manco fossi un medico, torno a casa, mi vesto e parto.
Serata strana con gente perlopiú sconosciuta, in un locale carino di Agliana: musica a cura della tribute band dei Saxon. Prosecco, birra, cibo, musica e sigarette. Risate e soprattutto un bagno che mi accoglie con questo specchio. E penso… fico!
Band in gamba, bassista moooolto caruccio scortato a vista da una groupie anzianotta con una ghigna addosso indescrivibile. Forse non era mai andata a fare la pipì…o forse ha nel DNA la necessitá di segregare le persone, rendendogli impossibile il dialogo col mondo circostante. Peccato per lui, si perde una fetta di mondo. Peccato per me, non conoscerò una persona interessante.
Si torna a letto, Lucy come sempre mi attende sul lettone, telefilm della notte e via. Stanotte sogno, tanto. Non ricordo bene cosa ma tanti volti, situazioni. Mi rimane addosso la malinconia.
– Ariantaaaaa si mangiaaaaaa
Cazzo ancora? Prendo al volo il cellulare e controllo data e ora. Che sia stato tutto un sogno? Mi tasto i capelli che sono in ordine. Ah si riparte come ieri ma il resto l’ho vissuto davvero… menomale!
La scena si ripete, mi ricordo di fare gli auguri al mio Babbone burbero. Decido su come impiegare la mia solitudine. Gettarsi ancora nelle braccia del mio amico letto a poltrire? Uscire? La saggezza si impossessa di me.
In questo momento sono al solicino nel giardino dell’Orticoltura di Firenze, plaid/libro/ Spotify, famiglie con neonati deliziosi e paciocconi, babbi che calciano palloni, margherite e odore di erba tagliata, una match di calcio improvvisato tra adolescenti nella polvere, freesbee e cani, qualcuno suona una chitarra, un treno che passa ogni tanto.
Mi riprende quella sensazione di malinconia che sempre più spesso mi rende la vita blues. Mi devo abituare a stare sola e a vivere con felicita questi MIEI momenti. Io, il mio libro, le scarpe sciolte, il venticello, i rumori in lontananza, il mio riposo prima della prossima settimana lavorativa.
Rileggo come sempre quello che ho scritto, le mie ultime 24 ore e mi trovo a sorridere per quanto siano state rocambolesche, strane e piene di vita.
È ora di tornare a casa, il sole è calato. Indosso le scarpe e riparto ma prima… indosso l’accessorio sorriso come suggeritomi nel cesso di Agliana. D’altronde si sa, le idee migliori vengono quasi sempre in bagno!
A.
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