Perchè ti amo…..

Ecco… proprio così….
Non avrei saputo dire meglio
Grazie Tachicardia

Tachicardia

Ti amo perchè sei te, ma non è solo per questo, no, non solo. Sei molto altro, non solo per me, sei molto altro in un senso molto più ampio, e non parlo perchè sopraffatto da questa emozione per te, lo dico perchè solo sentirti parlare mi  regala ogni volta milioni di stelle, perchè quando ti sento ridere, mi sembra di volare tra mille nuvole, tanta è la leggerezza che mi regali, perchè quando metti il broncio, mi regali momenti di passato che mi fanno piangere, tanta è la tenerezza di quel broncio, perchè quando mi baci, sento il tuo respiro che respira anche per me, perchè quando mi dici ti amo, mi odio di meno, per niente, non mi odio più, perchè quando discutiamo, mi fai sentire quanto è impossibile stare senza di te, perchè quando mi dici che mi vuoi, ogni parte del mio corpo canta insieme a te.

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30 day writing challenge – DAY 25

Mi hanno brontolato perché divago dal challenge. Dice che mi dura 2 mesi anziché 1! 

Pure esigenti!!! 

Allora oggi robetta facile facile: pensa a una parola, cercala su google immagini, prendi la n.11 e scrivi quello che ti ispira… fai la giravolta, falla un’altra volta…etc etc.

Parola cercata : Rabbia


Ecco… pensavo oggi quanto la rabbia ci rendesse vulnerabili perché ci toglie energie e ci fa vivere male. Purtroppo è un sentimento diffuso e connaturato all’uomo.

Io cerco di reprimerla, ingoio, respiro, conto fino a 100, mi ripeto che non ne vale la pena.

Alla fine? Fuori calma olimpica,pseudo rassegnazione, somatizzazione e un po’ di tristezza…e dentro? Una iena che ti ruba energie e che ti guarda con la stessa ghigna della foto casuale.

E penso: ma come è antipatica la mia rabbia?

LIEBSTER AWARD 2017

IL Liebster Award è un premio virtuale, un riconoscimento che viene attribuito da alcuni blogger ad altri blogger con lo scopo di dare visibilità a quei blog che sono nati da poco o che comunque non hanno ancora una fitta rete di lettori a sostenerli (quelli con meno di 200 followers).
Per partecipare si deve:

 • Pubblicare il logo del Liebster Award sul proprio blog

 • Ringraziare il blog che ti ha nominato e seguirlo

 • Rispondere alle sue 11 domande

 • Nominare a tua volta altri 11 blogger con meno di 200 followers

 • Formulare altre 11 domande per i blogger nominati

 • Informare i blogger della nomination.

MA CHE EMOZIONEEEEEEEEE!!!!!

il blog da cui sono stato nominato e che ringrazio sentitamente con il cuore e con la mente è Tachicardia (immergetevi nella vita del mio Alderico preferito, ne vale la pena!!)

Le domande che mi sono state rivolte con le relative risposte :

1) Il tuo libro preferito? Sono tanti ma direi… Narciso e Boccadoro di Hesse

2) Il tuo piatto preferito? Anche qui difficile ma… la trippa alla fiorentina della nonna è imbattibile

3) Gatto o cane? Cane tutta la vita possibilmente Labrador

4) Quanti anni hai? 42

5) La tua canzone? Dipende dal momento e dal mood. Adesso direi I’m going Home

6) Il tuo film preferito? Forrest Gump

7) Quante lingue parli? Una e anche male

8) Ti piace viaggiare? Si

9) Sai nuotare? Galleggio

10) Mare o Montagna? Tutte e due 

11) La parolaccia che ti piace di più? Cazzo!

Nominare è difficilissimo perché sono qui da poco ma ci provo:

1) Il dark che vive pin te

2) Green Eyes – Yashal

3) Nondefinitivo

4) Tra sogni e parole

5) Willy Wonka

6) I live in Tuscany

7) A crescere come si fa 

8) Disordinatamente donna

9) Idee del cuore

10) INtripPPANDO

11) Supposizioni&Supposte

Ed ecco le mie domande:

  1. Beatles o Rolling Stones?
  2. La tua passione?
  3. Che guardi in TV?
  4. Il mio primo amore è?
  5. PC o Mac?
  6. Che lavoro fai?
  7. Cosa non rifaresti?
  8. Sogno nel cassetto?
  9. Hai un genio nella lampada e 1 solo desiderio. Quale esprimi?
  10. Orientamento religioso?
  11. Medicina tradizionale o non tradizionale?

Enjoy! Arianta

24 ore

Ariantaaaaa si mangiaaaaaa

Apro un occhio e guardo al volo l’ora sul cellulare: cacchio sono le 11:38 e poi perché urlare? Mi butto di sotto dal letto, frugo nel monte di vestiti buttati in terra in fondo al letto (detto anche il monte di pietà da mia madre), mi vesto, apro la finestra, scendo le scale e mi siedo cisposa e spettinata a tavola. Finito il brunch decido di avere dei capelli insostenibili. Mi lavo, mi cambio e mi dirigo dalla mia parrucchiera C. per una sistemata.

C. ha la mia età, l’ho scoperta recentemente anche se eravamo ragazzine in paese assieme. Vite e strade diverse; ci stimiamo e soprattutto ridiamo un sacco quando sono con lei. La considero una amica. Arrivo e le faccio: si cambia? C. mi guarda, mi precisa che anche stavolta si rifiuta di tagliarmi i capelli (stai meglio così! Sono io la Hair Stylist) e mi propone il cambio di colore. Stavolta rosso con ciuffo viola. Ovviamente accetto con la solita frase: fai come ti pare! Il tutto finisce con 3 ore passate nel suo negozio, risate, capelli sostemati, mani fatte e poi – a sorpresa- un trucco. Oh faccio i corsi eh?! So, brava! Mica puoi andare a giro così! 

Esco bellina bellina, faccio un salto ad aiutare a preparare degli aperitivi per una festa a sorpresa, telefono ad A. che ha tentato di farsi ricoverare per una colica renale e dispenso raccomandazioni manco fossi un medico, torno a casa, mi vesto e parto.

Serata strana con gente perlopiú sconosciuta, in un locale carino di Agliana: musica a cura della tribute band dei Saxon. Prosecco, birra, cibo, musica e sigarette. Risate e soprattutto un bagno che mi accoglie con questo specchio. E penso… fico!

Band in gamba, bassista moooolto caruccio scortato a vista da una groupie anzianotta con una ghigna addosso indescrivibile. Forse non era mai andata a fare la pipì…o forse ha nel DNA la necessitá di segregare le persone, rendendogli impossibile il dialogo col mondo circostante. Peccato per lui, si perde una fetta di mondo. Peccato per me, non conoscerò una persona interessante.

Si torna a letto, Lucy come sempre mi attende sul lettone, telefilm della notte e via. Stanotte sogno, tanto. Non ricordo bene cosa ma tanti volti, situazioni. Mi rimane addosso la malinconia.

Ariantaaaaa si mangiaaaaaa

Cazzo ancora? Prendo al volo il cellulare e controllo data e ora. Che sia stato tutto un sogno? Mi tasto i capelli che sono in ordine. Ah si riparte come ieri ma il resto l’ho vissuto davvero… menomale!

La scena si ripete, mi ricordo di fare gli auguri al mio Babbone burbero. Decido su come impiegare la mia solitudine. Gettarsi ancora nelle braccia del mio amico letto a poltrire? Uscire? La saggezza si impossessa di me.

In questo momento sono al solicino nel giardino dell’Orticoltura di Firenze, plaid/libro/ Spotify,  famiglie con neonati deliziosi e paciocconi, babbi che calciano palloni, margherite e odore di erba tagliata,  una match di calcio improvvisato tra adolescenti nella polvere, freesbee e cani, qualcuno suona una chitarra, un treno che passa ogni tanto.

Mi riprende quella sensazione di malinconia che sempre più spesso mi rende la vita blues. Mi devo abituare a stare sola e a vivere con felicita questi MIEI momenti. Io, il mio libro, le scarpe sciolte, il venticello, i rumori in lontananza, il mio riposo prima della prossima settimana lavorativa.

Rileggo come sempre quello che ho scritto,  le mie ultime 24 ore e mi trovo a sorridere per quanto siano state rocambolesche, strane e piene di vita.

È ora di tornare a casa, il sole è calato. Indosso le scarpe e riparto ma prima… indosso l’accessorio sorriso come suggeritomi nel cesso di Agliana. D’altronde si sa, le idee migliori vengono quasi sempre in bagno!

A.

30 day writing challenge – DAY 24

Ho imparato a mie spese e con fatica,  picchiandoci il muso più e più volte che…le persone cambiano, i sentimenti scompaiono.

Quando ero più piccola ad esempio mi domandavo come mai alcune amiche prese singolarmente erano in un modo, messe nel gruppo, si trasformavano. Mi domandavo anche come mai ci si comportasse diversamente a seconda di chi avessimo davanti. Poi, mi hanno spiegato Pirandello,  ho compreso ed ho capito che anche io – in fondo – ero una, nessuna e centomila. E fin qui..direi che la lezione l’abbiamo imparata, seppure con qualche patema adolescenziale, abbastanza in scioltezza.

Si cambia idea, si cambia gusto nel vestire, nella musica da ascoltare, si vivono delle fasi. E va anche bene, perché significa che siamo in cammino e si matura. E anche qui, accettazione e comprensione del fenomeno abbastanza indolore.

Più  ostico da digerire (tuttora!) è vedere i princípi oggetto di negoziazione, sapere che tutto ha un prezzo e che in fondo ogni individuo si “racconta” un sacco di storie per giustificare le scelte che fa (anche le più importanti). Come dire… “si, lo so che in teoria non sarebbe giusto così, però tu mi hai costretto” oppure “non potevo fare altrimenti” etc etc. Che brutta chimera la coerenza… Su questo aspetto sarò sempre infelice perché ahimé vivo di utopie e sono molto esigente. La delusione è sempre grande nonostante sappia benissimo che la realtà in cui viviamo è questa. Quello che per me ha valore magari non lo ha per gli altri; per non soffrirne il segreto sarebbe avere pazienza e soprattutto non aspettarsi niente. Per non parlare poi quando IO non riesco a essere coerente…Difficile…

Dulcis in fundo, ho realizzato, a mie spese, che i sentimenti cambiano. Non ti amo più, non ti capisco più, non so più cosa provo, non so più cosa voglio… potrei continuare all’infinito. E questa cosa non la digerisco. Sarà perché sono un monolite granitico e anche parecchio monotono:  se si prova affetto per qualcuno, come fa a venire meno? Si trasforma magari, subisce alti e bassi, ma non scompare mai. Altrimenti non è affetto. Per non parlare dell’amore.

Una spiegazione però me la sono voluta dare: si dicono tante cose sulla scia della novità, dell’innamoramento, delle farfalle nello stomaco, della sintonia al primo sguardo, del calore delle risate, delle esperienze vissute. 

Quello che fa la differenza è, sulla lunga distanza, rimanere fedeli a ciò che si prova.

L’amore si fa, non si dice.

Responsabili lo si è, non si può far finta.

A.

30 day writing challenge – DAY 23

Caro Gesù…

(pausa per le mie amiche carissime)

si, scrivo proprio a te. Di solito abbiamo un rapporto epistolare limitato a qualche post su Facebook. Oggi mi prendo del tempo, l’occasionissima dello scrivi una lettera a chi vuoi del challenge, per argomentarti un po’ di questioncine che abbiamo in sospeso.

Spero che avrai la pazienza di leggere fino in fondo prima di incenerirmi; lo sai come son fatta… ti voglio un gran bene e so che tu me ne vuoi… prendila bonariamente quindi come uno scambio di opinioni tra genitore saggio e adulto e figlia adolescente inquieta.

Agli amici chiesaioli e bigotti, chiedo di non giudicare questo mio scritto. Il fatto che loro non l’avrebbero mai fatto, non qualifica che io non possa ragionare col mio amico Gesù. Se vi offende, smettete pure di leggere. 

Ergo…

Caro Gesù,  ci tengo in primis a confermarti l’appuntamento che ho opzionato già da tempo: quando morirò e verrò di lá (perché tu sarai ad aspettarmi vero?) mi devi una decina di minuti in esclusiva per rispondere a tutte quelle domande, anche scomode, che mi sono fatta in vita e alle quali non ho mai avuto risposta.

Mi dovrai spiegare perché le tue vie non le capiamo mai; ci ritroviamo in dei casini mostruosi senza vedere via d’uscita. Dice che c’è, che è tutto scritto, che tu la conosci, ma noi non la vediamo… potresti essere un tantinello più chiaro e loquace? Aiuterebbe a vivere più sereni. E se lo fai prima che io muoia, magari campo un po’ serena.

Mi dovrai spiegare perché l’uomo è un animale cattivo in sé, perché i bambini muoiono di fame, sete, malattia, guerra e violenze, perché il denaro fa da padrone, perché l’onestá è un optional al pari del climatizzatore in auto, perché la giustizia non è giusta, perché i princípi valgono solo per alcuni (spesso i più sfigati). 

Mi spiegherai la vita che mi sono trovata a vivere, il perché di molte cose strane che mi sono accadute, i cambiamenti che non volevo affrontare, la perdita delle persone care, la sofferenza altrui. Mi spiegherai perché mi hai plasmato come una piccola spugna che assorbe tutto e che spesso si spreme per rendere indietro ma… sembra che non esca niente di buono.

Non sarà solo questo… ti ringrazierò per le belle cose che mi sono successe (e sono tante in verità) e per le persone che mi hai fatto incontrare nel cammino (anche se alcune ce le potevamo risparmiare!), per i talenti che mi hai dato, per il carattere un po’ bislacco che mi ritrovo, per le mie fragilità (anche se spesso usate conto di me), per la testardaggine e per quell’assurda convinzione che non bisogna essere indifferenti alle cose e alle persone. Cambiare si può, lottare si deve anche se siamo in debito di ossigeno.

Beh tutto sommato, rileggendo e considerando ancora quello che avrei da dire, 10 minuti Caro Gesù mi paiono un po’ pochi…s’ha a fare un’oretta?

Devotamente e sommessamente come sempre, tua

A.

30 day writing challenge – DAY 22

10 pezzi che sento più di frequente… difficilissima ma ci proviamo:
1) Thunder Road (Bruce Springsteen)

2) Way over Yonder (Carole King)

3) Son of a Preacher Man (Dusty Springfield)

4) Pale Blue Eyes (Lou Reed)

5) More Than Words (Extreme)

6) Yesyerdays (Gun’s’n Roses)

7) The Golden Boy (Freddie Mercury)

8) Ramble on (Led Zeppelin)

9) Come as you are (Nirvana)

10) Tongue (R.E.M.)

Enjoy! A.

Il Principe con la cravatta bagnata

Divago dal challenge perché sono di giorni che rifletto su questo fatto.

Due giorni fa, nella mia Firenze, una ragazza di 19 anni, ha deciso che era arrivato il momento di provare a porre fine alla sua esistenza buttandosi in Arno. Passavano di lì due vigili urbani in motocicletta: osservano, vedono che c’è qualcosa di strano nell’aria e si fermano.

Passo indietro: lavoro in Polizia Municipale come “civile” da un paio di anni e ho avuto l’occasione di conoscere tante persone e incrociare tante storie. Conosco, anche se molto poco, quesi due vigili che fanno parte del reparto i cui componenti chiamo amorevolmente e scherzosamente “i mostri”. (Si, lo so… ma da sempre amo dare soprannomi fantasiosi o evocativi alle cose e alle persone, che ci volete fare!). I mostri, sono un tantinello polemici, autoreferenziali e maschilisti – anche se ci sono delle valorose centaure che alzano la quota rosa- ma riconosco, che sono davvero davvero bravi e fanno un lavoro non comune.

Tornando al fatto…uno dei due mostri, uno spilungone secco secco, riservato, di quelli che sul lavoro non dá tanta confidenza, decide di togliersi casco-giubbotto-cinturone-stivali e buttarsi nell’Arno in piena. 

Il resto è cronaca cittadina. Raggiunge la ragazza a nuoto, la porta a riva, il solito tizio riprende tutto col telefonino, escono tutti fortunatamente salvi dall’acqua. Fatica, applausi, gioia, la ribalta dei giornali, le autorità che si congratulano, le interviste, i commenti della gente sui social, il Sindaco che giustamente conferirà  ad A. il Fiorino d’Oro.

In ufficio si è subito percepito la grandezza del gesto di A., un po’ di ammirazione, un po’ di sana invidia, tanto orgoglio per un lavoro spesso mal giudicato da noi ‘civili’.

Finirà la ribalta, finiranno i nostri politici di cavalcare la notizia e farsi fotografare con A. solo per fare un tweet o un post di Facebook o rilasciare una dichiarazione ai giornali.

Rimarrà una ragazza giovane che avrà una lunga strada da percorrere per uscire fuori dal suo tunnel, la faticosa nuotata contro le correnti di A.

Rimarrà un gesto che entrerà nelle leggende del Corpo ma soprattutto il cuore grande di un uomo che, pagato poco e spesso considerato il giusto dal proprio datore di lavoro, non ci pensa… e si butta, anche a rischio della propria vita.

Rimarrà la gioia di tutti i colleghi perché ce l’ha fatta, una onorificenza meritatissima e soprattutto…quel fermo immagine di A. che esce dall’Arno, bagnato fradicio in cravatta che tanto mi ha fatto sorridere.

In fondo, un principe che salva una principessa può essere anche un vigile bagnato in camicia e cravatta. La differenza la fa il cuore; A. ne ha dimostrato tanto.

E il mondo è un posticino migliore anche grazie a lui. Ergo.. Grazie

A.

30 day writing challenge – DAY 21

3 lezioni che vorrei che i miei figli imparassero da me…

Negli anni sono giunta ad una consapevolezza: fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo e soprattutto, non c’è libro che possa spiegare come e cosa fare.

In adolescenza non la pensavo così, soprattutto dei miei; poi, crescendo…i fatti della vita e la mia pseudo maturità, mi hanno fatto rimettere a fuoco un sacco di cose.

Fossi madre, mi piacerebbe più educare, essere complice e d’esempio. Le lezioni lasciamole alle professoresse…

Avrei voluto trasmettere a queste 3 cose:

  1. il piacere di studiare (anche se spesso è sacrificio!), imparare, sviluppare la fantasia e l’intelletto  così come i miei genitori hanno fatto con me
  2. non vergognarsi delle proprie debolezze e necessità, la bellezza del saper chiedere aiuto e la gioia nel riceverlo. Avrei detto: vedete la mamma? Mica è perfetta! E ha anche tante insicurezze. Ma non c’è niente da nascondere e soprattutto niente di male a dirlo. E mi racccomando NON PERMETTETE A NESSUNO DI GIUDICARVI PER LA VOSTRA SENSIBILITÀ (perché di questo si tratta!)
  3. Fate qualsiasi cosa con amore, passione, entusiasmo. Credeteci, sempre! E state sicuri che la mamma vi amerà comunque, per sempre e non per quello che farete. 

Non lo potrò mai sperimentare…quindi…scacciamo subito questo blues …ci si sente domani!

A.

30 Day writing challenge – DAY 20

Ohhh oggi si sta sul leggero…3 infatuazioni per tre celebrità.

Celebrità in che campo?  Diciamo che non sono mai stata una hooligan di qualcuno in particolare; vero è che negli anni ho visto molte personalità con interesse.

Infatuazione è un termine un po’ forte.😊

Ricordo che in adolescenza mi piacevano un sacco Kirk Cameron (il Mike di Genitori in Blue Jeans) e Luke Perry (il Dylan di Beverly Hills 90210). Poi arrivó Nick Kamen che lavava i Levi’s in boxer e mi si aprì un mondo.

Poi c’è stata la fase di Nicolas Cage di Stregata dalla Luna, George Michael che canta Faith, Tom Cruise in Cocktail, Brad Pitt in tutti i film che ha fatto, Johnny Depp in Don Juan de Marco, Richard Gere in Pretty Woman,  Michael Fassbender in tutte le salse, Jensen Ackles, Hugh Jackman, Edward Norton…. etc etc etc.

Musica? Quei figaccioni di Bruce Springsteen, Eddie Vedder, Lenny Kravitz…

Insomma… bella l’adolescenza dell’anima.

😉